Anche CNA è tra le parti sociali che hanno sottoscritto il protocollo nazionale per la vaccinazione dei lavoratori in azienda, documento che contiene le linee guida necessarie per attuare i piani aziendali per la vaccinazione di dipendenti e titolari.
Il “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19”, nasce con l’obiettivo di concorrere con tutti i mezzi ad accelerare una massiva campagna vaccinale, per permettere una sicura prosecuzione delle attività commerciali e produttive
Tale possibilità è però subordinata all’effettiva disponibilità di vaccini e deve svolgersi in coerenza con il Piano di vaccinazione nazionale con le priorità definite dal Governo e recentemente confermate nell’ordinanza n. 6 del 9 aprile 2021 firmata dal Commissario per l’emergenza Covid-19 generale Figliuolo.
La campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro, pertanto, potrà essere attivata solo dopo aver vaccinato tutta la popolazione sopra i 60 anni e le categorie fragili.
Questa attività straordinaria, che sarà quindi contestuale alla attività di somministrazioni dei vaccini già organizzata da Regioni attraverso le AUSL, si potrà programmare in relazione alla disponibilità effettiva di una quantità di vaccini che lo consenta.
CNA si è già attivata con la Regione Emilia-Romagna per la definizione del percorso e dei requisiti necessari per poter effettuare le operazioni vaccinali presso le Aziende oppure, in alternativa, in forma aggregata e con il coordinamento delle Associazioni.
In alternativa alla vaccinazione diretta, facendo seguito alla richiesta della CNA, è stato previsto che i datori di lavoro che intendono collaborare all’iniziativa di vaccinazione dei propri lavoratori, possano ricorrere a strutture sanitarie private, anche per il tramite delle Associazioni datoriali o nell’ambito della bilateralità, stipulando specifiche convenzioni con strutture/laboratori accreditati per la vaccinazione.
Nel merito è stata già espressa la disponibilità di Sanarti ad intervenire a sostegno delle imprese aderenti, anche per le vaccinazioni, come peraltro già fatto relativamente alla possibilità offerta ai propri iscritti di eseguire tamponi e test di verifica presso i laboratori accreditati dalle regioni.
È stata prevista una ulteriore possibilità di adesione alla campagna vaccinale per tutti quei datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente ai sensi dell’art. 18, comma 1, lett. a) del D.Lgs. 81/2008, attraverso le strutture sanitarie dell’INAIL (circa 120 in Italia quelle adibite a svolgere funzioni ambulatoriali) con oneri a totale carico dell’INAIL.
La campagna di vaccinazione prevista dal Protocollo potrà riguardare anche i datori di lavoro o i titolari su espressa richiesta formulata da CNA.
Alla data attuale questo protocollo non è ancora operativo nei fatti e la prospettiva di una campagna di vaccinazione dedicata ai luoghi di lavoro è fortemente condizionata nei tempi di attuazione dalla attuale carenza di dosi vaccinali e dalle priorità come individuate nel piano vaccinale nazionale relativamente alle fasce di età.
In attesa di ulteriori sviluppi, che non mancheremo di comunicare tempestivamente, riportiamo una sintesi del contenuto dell’accordo e delle indicazioni ad interim per la vaccinazione negli ambienti di lavoro.
Il costo della vaccinazione è a carico delle imprese, il vaccino e il materiale sanitario necessario (ad esempio, le siringhe) sarà invece messo a disposizione dalle Regioni e dalle AUSL, mentre le informazioni su vantaggi e rischi connessi alla vaccinazione, sulla specifica tipologia di vaccino e la registrazione delle somministrazioni eseguite spettano al Medico Competente. Il piano vaccinale aziendale richiede la disponibilità di spazi adeguati e di una dotazione informatica adeguata per le registrazioni.
Leggi maggiori dettagli sul contenuto dell'accordo >>
Ci preme sottolineare, che aderire e collaborare alla campagna vaccinale è una opportunità per i datori di lavoro e non un obbligo, ed è parimenti un atto volontario sottoporsi o meno alla vaccinazione per i lavoratori, ad eccezione di coloro che sono tenuti a farlo per legge.
Seguiranno ulteriori informazioni appena disponibili